I supplementi di Omega-3 possono contribuire alla stabilità dei telomeri
Integratori Omega-3: grazie all'olio di pesce miglior stabilità dei telomeri
Il basso rapporto tra Omega-6 e Omega 3 sembra associato a una maggior lunghezza dei telomeri, le regioni terminali dei cromosomi, favorendo la funzionalità e la stabilità di questi ultimi. L’ effetto, insieme quello antinfiammatorio e antiossidante, contribuisce a limitare l’invecchiamento cellulare. La scoperta si deve alla collaborazione dei ricercatori dell’University of California e dell’Ohio State University College (USA).
Le regioni telomeriche e l' invecchiamento cellulare
I telomeri sono porzioni di DNA che proteggono le estremità dei cromosomi, impedendo a questi di degradarsi o fondersi tra loro e garantendone la corretta duplicazione. La lunghezza dei telomeri viene mantenuta da specifici enzimi chiamati telomerasi.Nelle cellule somatiche però l’attività della telomerasi è molto bassa o addirittura assente, e ciò porta ad un progressivo accorciamento dei telomeri, un fenomeno associato all’invecchiamento cellulare.Negli ultimi anni, inoltre, sempre più studi hanno evidenziato l’importanza del corretto funzionamento dei telomeri e delle telomerasi per la prevenzione di diverse patologie. Studi su animali da laboratorio suggeriscono che telomeri più corti del normale siano associati a diverse disfunzioni e a mortalità precoce. Tra i fattori che provocano l’erosione dei telomeri ci sono lo stress ossidativo e lo stato infiammatorio, due condizioni che possono essere contrastate dagli Omega-3 Lo scopo di questo studio è stato proprio quello di valutare se l’assunzione di Omega-3 sia in grado di proteggere i telomeri e la telomerasi nei leucociti (globuli bianchi).
Omega-3 e Omega-6 influenzano la lunghezza dei telomeri
Allo studio hanno preso parte 106 soggetti, uomini e donne, tra i 40 e gli 85 anni di età, in buona salute sebbene in sovrappeso e con uno stile di vita sedentario. Dopo una suddivisone casuale in tre gruppi, essi hanno seguito il trial per 4 mesi. Un gruppo ha ricevuto un supplemento giornaliero con 2,5 gr di Omega-3, un altro un supplemento con 1,5 gr, e infine un gruppo ha ricevuto il placebo. Il contenuto di acidi grassi somministrato rispecchiava le dosi giornaliere assunte comunemente, seguendo una tipica dieta americana. Dalle analisi sui campioni di sangue provenienti da ogni soggetto, è emerso che i livelli di F2-isoprostano, una molecola indice di ossidazione lipidica e di danno ossidativo, aumentavano nel gruppo placebo, mentre diminuivano nei soggetti che avevano assunto i supplementi. Dall’esame dei cromosomi, i ricercatori hanno osservato che la lunghezza dei telomeri aumentava nel gruppo che aveva seguito la supplementazione con alte dosi di Omega-3, e in misura minore anche in quello che ne aveva assunto 1,5 gr. Diminuiva invece nel gruppo placebo. Queste variazioni però si osservavano solo in una percentuale dei soggetti, rendendo i risultati poco significativi dal punto di vista statistico. La misura dell’attività della telomerasi invece non mostrava variazioni. Esplorando i cambiamenti della lunghezza telomerica in relazione al rapporto tra Omega-6 e Omega-3, i ricercatori hanno scoperto che i telomeri si allungavano al decrescere di questo rapporto.
La dieta può rallentare l’invecchiamento cellulare
Dai risultati emerge che l’incremento di Omega-3 riduce lo stato ossidativo e che la lunghezza dei telomeri è influenzata dalle concentrazioni di Omega-6 e di Omega-3. Dunque, la salute dei cromosomi e delle loro estremità può essere tutelata con un intervento nutrizionale che aumenti l’introito di Omega-3 e/o diminuisca quello di Omega-6. L’azione sui telomeri, in combinazione con le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, degli acidi grassi polinsaturi, può rallentare l’invecchiamento biologico e contrastare l’insorgere delle patologie legate all’età.
Fonte: Kiecolt-Glaser JK, Epel ES, Belury MA, Andridge R, Lin J, Glaser R, Malarkey WB, Hwang BS, Blackburn E.“Omega-3 fatty acids, oxidative stress, and leukocyte telomere length: A randomized controlled trial”. Brain Behav Immun. 2013 Feb;28:16-24.